Maria Grazia Cutuli

Maria Grazia Cutuli

Dati anagrafici

Cognome: Cutuli

Nome: Maria Grazia

Nata: Catania il 26 Ottobre 1962 – Afghanistan 19 novembre 2001

Cittadinanza: Italiana

Residenza: Italia

Stato civile: Single

Professione: Giornalista

Connotati e contrassegni salienti: amante del suo lavoro e della verità, orgoglio professionale

Statura: Gigantesca

Capelli: scuri

Occhi: Indagatori

Pittogrammi

La sua storia

L’inviata in prima linea

Donna mediterranea, con laurea in Filosofia presa con lode, da subito si interessa del mondo collabora con vari giornali, ma e con le Nazioni Unite che fa esperienza di rifugiati.

L’UNHCR sara la porta attraverso la quale arriva al Corriere Della Sera con un’esperienza di Politica Internazionale.

Si distingue per serietà, tenacia e passione; la svolta professionale arriva il 13 settembre del 2001 quando, dopo gli attentati di New York, viene inviata a Kabul, dove trova la morte.

Il processo porta alla condanna di tre persone, ma la famiglia Cutuli si oppone all’applicazione della pena capitale: “Non ci restituirebbe nostra figlia” afferma la madre Agata D’Amore, da poco scomparsa.

Maria Grazia Cutuli è la seconda vittima del terrorismo dopo Walter Tobagi.

A fronte delle verità raccontate rimane l’attualità della sua denuncia e alcuni aspetti misteriosi dell’agguato. E infatti, solo l’auto di Maria Grazia all’interno di un convoglio di otto mezzi fu fermato. Gli altri ebbero la possibilità di fare dietrofront e di mettersi in salvo.

La strada da Jalalabad a Kabul doveva in teoria essere tranquilla e c’erano state assicurazioni per i giornalisti, numerosi, che la stavano percorrendo. Qualcosa è accaduto e forse ed è probabile che sia legato alla scoperta delle fialette con la scritta in cirillico con le quali il mondo aveva avuto la conferma dell’uso delle armi chimiche da parte del terrorismo Internazionale.

Il direttore, Ferruccio de Bortoli, ricordò con queste parole la collega nell’assemblea dei giornalisti del Corriere della Sera nella sala Albertini: “era una giornalista di razza, con grande capacità e soprattutto voglia di stare in prima linea. Credo che si debba riconoscenza a chi rischia la vita per difendere il valore della libertà di stampa, uno dei fondamenti della nostra civiltà”.

Potere e Testimonianze di Legalità

Potere: Un esempio per la capacita di esprimere senza arroganza la virtù del lavoro e della passione per il giornalismo. Nessun timore della precarietà e del pregiudizio.

Testimonianze di legalità: la professione vissuta anche lotta all’illegalità.

A cura di...

Anna Scalfati