Lina Merlin
Dati anagrafici
Cognome: Merlin
Nome: Angelina detta Lina
Nata: Pozzonovo, 15 ottobre 1887 – Padova, 16 agosto 1979
Cittadinanza: Italiana
Residenza: Padova – Confino in Sardegna – Roma
Stato civile: Coniugata con Dante Gallani
Professione: Insegnante-Resistente- Parlamentare
Connotati e contrassegni salienti: Donna coerente-inflessibile nella difesa dei diritti della dignità di tutte
Statura: gigantesca nelle Istituzioni parlamentari
Capelli: castani
Occhi: scuri
La sua storia
Lo studio come amore per la comunità
Iscritta fin dal 1919 al Partito Socialista, fra il 1924 e il 1926 viene arrestata per cinque volte dalla polizia fascista. Lascia l’insegnamento perché si rifiuta di prestare il giuramento fascista. Condanna a cinque anni di confino in Sardegna, torna nel 1930 e sposa Dante Gallani, socialista polesano.
Nel periodo della Resistenza organizza l’assistenza dei partigiani a Milano.
Tra le fondatrici dell’Unione Donne Italiane, Costituente nel ’46, Senatrice, si fa promotrice del disegno di legge sulle case chiuse, entrato in vigore il 20 settembre del 1958. Passata alla storia per la famosa legge che porta il suo nome, la legge contro lo sfruttamento della prostituzione e per la chiusura dei bordelli di stato; si era da giovane avvicinata a quel partito perché ne condivideva il rifiuto dell’intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale, il più mostruoso massacro di giovani europei che la storia ricordi.
Unica donna socialista eletta all’assemblea Costituente e unica donna presente in Senato nella legislatura 1958-1963.
Forse “una di troppo” si diceva lei, riferendosi al suo vivace attivismo e a quello che era allora il convincimento maschile, secondo il quale il Senato era un posto per uomini.
Senza di lei le donne italiane non avrebbero vista sancita, con forza nella Costituzione, quell’articolo 3, primo e secondo comma, quella parità formale indiscutibile, cui abbiamo potuto fare riferimento quando abbiamo sostenuto nuove leggi destinate a cancellare antiche discriminazioni.
La Legge Merlin approvata nel 1958 dopo dieci anni (e più legislature) di dibattito parlamentare, è stata la prima legge, in ordine di tempo, a favore di donne ridotte a una condizione di schiavitù. Insieme a valorose parlamentari di altri partiti, nei primi anni della Repubblica si è battuta per l’approvazione di normative a favore delle madri lavoratrici, o per l’abrogazione di norme come quella che nei certificati di nascita, obbligava a denominare “figli N.N” i bambini nati fuori dal matrimonio.
Nel 1963 presentò la proposta di legge che finalmente consentì l’ingresso delle donne nella magistratura e nella diplomazia. L’impegno a favore delle donne non le impedì di lavorare da veneta, con passione, a favore delle popolazione del Polesine. Intelligente, molto colta, grande lavoratrice, spiritosa, coraggiosa, onesta e indipendente, ma non molto amata nel suo Partito. Fu vittima di un massacro giornalistico orchestrato dai grandi tenutari delle cosiddette "case chiuse" durante la discussione della legge che l’ha resa famosa e che dura tuttora.
Bisogna invece farsi un’opinione su di lei leggendo la raccolta di molti (purtroppo non tutti) suoi interventi in Senato che chiesi di poter curare al Presidente Spadolini e che fu poi realizzata per merito del Presidente Mancino. E se si trova ancora, la piccola autobiografia La mia vita, che Lina Merlin aveva scritto, dopo il ritiro dalla politica su incitazione della nipote Franca Cuonzo Zanibon.
Potere e Testimonianze di Legalità
Potere: modello di una politica vicina ai bisogni
Testimonianze di Legalità: impegno per uno Stato veramente democratico.
A cura di...
Edda Billi-Fiorenza Taricone