Franca Viola

Franca Viola

Dati anagrafici

Cognome: Viola

Nome: Francesca detta Franca

Nata: 9 gennaio 1947 ad Alcamo (Sicilia)

Cittadinanza: Italiana

Residenza: i luoghi della sua citta e i luoghi della dignità femminile

Stato civile: Coniugata con figli

Professione: Insegnante

Connotati e contrassegni salienti: pulizia dei sentimenti, onesta e coraggio di rimanere.

Statura: Media 1.70

Capelli: Scuri

Occhi: Scuri, limpidi, risoluti.

Pittogrammi

La sua storia

ll grande coraggio di una ragazza

Poco prima del ’68 e del neo femminismo degli anni Settanta, nel 1965, si consuma il contrario di una favola. Franca Viola, diciassettenne e quindi minorenne, figlia di coltivatori diretti, viene rapita da un suo, si fa per dire, spasimante e fidanzato; dall’età di quindici anni, con il consenso dei genitori era fidanzata con Filippo Melodia, nipote di un mafioso.

Quando il fidanzato venne arrestato per furto ed appartenenza ad una banda mafiosa, Il padre di Franca, Bernardo, ruppe il fidanzamento e la famiglia Viola fu soggetta ad una serie di violente minacce ed intimidazioni: il loro vigneto distrutto, il casolare bruciato.

Filippo Melodia, aiutato da ben dodici complici, trascinò Franca e il fratellino di otto anni, subito rilasciato, in un’auto e poi in un casolare fuori paese, dove la violentò. Chi veniva rapita secondo la mentalità del tempo, era paradossalmente colpevole per quello che era accaduto; la macchia veniva lavata con il matrimonio riparatore, che salvava la donna dall’essere considerata donna di facili costumi.

Il matrimonio riparatore salvava anche lo stupratore che, sposando la vittima non poteva più essere condannato, in base all’art. 544 del codice penale abrogato nel 1981. Ma l’Italia stava cambiando e Franca Viola rifiuto di sposare il suo rapitore, che fu condannato a dieci anni di reclusione, come pure i suoi complici.

Sostenuta dalla sua famiglia, prese anche l’incredibile decisione, per i tempi, di continuare ad abitare in Sicilia, prima a Monreale poi ad Alcamo, dove sposò un ragioniere Giuseppe Ruisi, amico d’infanzia, con cui ha avuto due figli.

S’interessa tuttora di tematiche pedagogiche e in un’intervista ha dichiarato che il suo non fu un gesto coraggioso. Aveva fatto solo quello che si sentiva di fare, come avrebbe fatto una qualsiasi ragazza, ascoltando il suo cuore.

Insomma, va’ dove ti porta il cuore, ma a noi ancora oggi il suo gesto non ci sembra proprio così scontato.

L’8 marzo 2014, in occasione della festa della donna, e stata insignita dell’Onoreficenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della repubblica Italiana dal Presidente Giorgio Napolitano.

Potere e Testimonianze di Legalità

Potere: la forza dl fare cose normali, che altri pensano impossibili.

Testimonianze di legalità: La dimostrazione che la legge conta più del sopruso.

Video

A cura di...

Fiorenza Taricone, Elena Luviso, Luisa Cusenza Algranati