Adele Bei

Adele Bei

Dati anagrafici

Cognome: Bei

Nome: Adele

Nata: Cantiano, 4 maggio 1904 – Roma, 15 ottobre 1974

Cittadinanza: taliana

Residenza: ltalia-Belgio-Lussemburgo

Stato civile: Sposata con Domenico Ciufoli

Professione: Resistente, sindacalista, femminista, Senatrice

Connotati e contrassegni salienti: Coraggio indomabile, resistenza fisica e morale

Statura: moralmente eroica

Capelli: scuri

Occhi: coraggiosi

Pittogrammi

La sua storia

I diritti prima di tutto Adele è la terza di undici figli e i suoi genitori Angela Broccali e Davide Bei, boscaiolo, sono di fede socialista; l’influenza familiare sarà determinante per le sue scelte politiche; partecipa infatti fin da giovanissima a manifestazioni di protesta per una maggiore giustizia sociale.

Nel 1923, per sfuggire all’arresto del fascismo, da poco al governo del Paese, emigra in Belgio e Lussemburgo insieme al marito Domenico Ciufoli, con cui si era sposata nel 1922; Ciufoli, nel 1921, era uscito dal Partito socialista per fondare con Amedeo Bordiga, Antonio Gramsci, Pietro Secchia e Umberto Terracini il Partito Comunista d’Italia.

All’estero, dove nascono i due figli, Ferrero e Angela, organizza riunioni clandestine di operai, diffonde la stampa comunista e la sottoscrizione al Soccorso Rosso, organizzazione internazionale per i combattenti della rivoluzione, creata alla fine del ’22 per offrire sostegno materiale, giuridico e morale ai detenuti ed emigrati politici e alle loro famiglie.

Dal 1925 entra a far parte dell’organizzazione del Partito Comunista; rientrata più volte clandestinamente, in Italia, nel 1933, a Roma, è arrestata, processata e condannata dal Tribunale Speciale per la difesa dello Stato a 18 anni di reclusione. Resiste per dieci mesi agli interrogatori dell’Ovra senza delazioni.

Dopo otto anni trascorsi tra le Mantellate di Roma, e il penitenziario di Perugia, dove incontra anche tra le altre, Camilla Ravera, è confinata per due anni nell’isola di Ventotene, e dove ha modo di frequentare i dirigenti comunisti. Nella Resistenza ha il grado di Capitano; rientra a Roma nell’agosto del ’43, riuscendo a sfuggire all’arresto dei tedeschi e dei fascisti. Nel 1945, è designata dalla CGIL a far parte della Consulta Nazionale, unica donna tra le consultrici, a essere designata da un sindacato e non dal partito.

Nel Partito Comunista fa parte della Commissione centrale di controllo e del Comitato regionale delle Marche; nell’Unione Donne Italiane, di cui è una delle componenti del consiglio direttivo, si batte per una vita decente nelle campagne, rivendicando assistenza medica, formazione scolastica e patti agrari uguali per uomini e donne, ma è anche segretaria nazionale delle combattive Tabacchine.

Dopo la Costituente, nella prima legislatura è senatrice, come lei stessa si definiva, antesignana del linguaggio non sessista. Senatrice, peraltro, lo era di diritto, in base a quanto previsto dalla IIIa Disposizione transitoria della Costituzione secondo cui erano nominati senatori con decreto del Presidente della Repubblica i deputati dell’Assemblea Costituente che, oltre a possedere i requisiti di legge, avevano scontato più di cinque anni di reclusione a seguito di condanna del Tribunale Speciale. Ritorna a Montecitorio per la seconda e terza legislatura, fa parte di numerose Commissioni.

Muore a Roma nel 1974, dopo aver lottato una vita per l’emancipazione femminile, il progresso della Società, la libertà, la democrazia.

Potere e Testimonianze di Legalità

Potere: la forza della coerenza,

Testimonianze di legalità: la difesa delle libertà fondamentali.

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A cura di...

Elena Luviso, Fiorenza Taricone