Tina Merlin
Dati anagrafici
Cognome: Merlin
Nome: Tina
Nata: Trichiana, 19 agosto 1926 – Belluno, 22 dicembre 1991
Cittadinanza: Italiana
.Residenza: Italia
Stato civile: coniugata con Aldo Sirena, comandante di brigate partigiane
Professione: Partigiana, Giornalista, Educatrice
Connotati e contrassegni salienti: Coraggio, amore per la giustizia sociale e per la verità
Statura: quella gigantesca di una resistente
Capelli: castani
Occhi: lungimiranti
La sua storia
La lotta contro le ingiustizie non finisce mai
Ultima di otto figli di famiglia contadina povera; la madre, sposata in seconde nozze era stata lavorante agricola in Trentino.
Tina Merlin conosce subito le difficoltà della vita in montagna, appesantite dalla lontananza del padre emigrante, dall’ossessione della madre per “le debite” e dalla morte precoce dei cinque fratelli maschi.
Avvezza alla solitudine di chi è costretta a crescere in fretta, al lavoro senza risparmio, alle rinunce, matura precocemente attraverso le umiliazioni e le ingiustizie subite; in paese i capetti fascisti non la risparmiano e neanche una maestra che la boccia in quarta elementare così da indurla ad abbandonare la scuola; a Milano, dal lavoro che presta presso una famiglia di benestanti spocchiosi come domestica dall’età di tredici anni, matura la convinzione forte che il suo destino non può e non deve essere lo stesso della madre e di tutte le donne del popolo, né quello dei poveri senza diritti né tutele.
Nella volontà di sottrarsi a quel destino, diciassettenne entra nella Resistenza come staffetta, certa che le conquiste si fanno sul campo, certa che se le donne si daranno da fare, nei modi loro propri, con i saperi che si sono tramandate di madre in figlia, di generazione in generazione, potranno rivendicare a guerra finita una piena cittadinanza.
Il potere delle donne, inteso come possibilità, non come dominio, nasce dal desiderio di trovare se stesse fuori dagli schemi dominanti della “femminilità” partendo dalla propria condizione e dalle proprie esperienze, così da farsi portatrici di un’autonoma visione del mondo; Tina cresce nella solidarietà e nel confronto tra le donne e cerca faticosamente un linguaggio proprio; fondamentale per Tina è anche l’amore per la sua terra e la gente che la abita, unito a un senso profondo della giustizia e della dignità della vita umana che è alla radice del suo impegno: le sue battaglie sono numerose: contro la Sade, tra le tante, che al Vajont fa da padrona, scaccia i contadini dalle loro terre e li costringe a emigrare e contro i soprusi, le prepotenze, l’arroganza di un potere che si Crede irresistibile.
Tina scrive sull’«Unità», con un linguaggio giornalistico semplice e diretto, la verità dei fatti. E non c’è atto più rivoluzionario che dire le cose come sono, che nominare le disuguaglianze, i due linguaggi e le due misure “in alto e in basso, e chi è in alto comanda e chi è in basso subisce“, a cominciare dalle donne.
Ciò significa smontare ogni idolatria che fa del potere, del denaro, del partito, dello Stato, del progresso un assoluto. “Non era lotta contro il progresso, ma contro chi in nome del progresso si riempiva il portafoglio a spese altrui”, dirà dopo la catastrofe del Vajont.
Potere e Testimonianze di Legalità
Potere: la forza indomabile della verità.
Testimonianze di legalità: la denuncia dei soprusi.
A cura di...
Adriana Lotto, Elena Luviso, Fiorenza Taricone