Lina Wertmuller
Dati anagrafici
Cognome: Wertmuller von Elgg Spanol von Brauelch
Nome: Arcangela Felice Assunta
Nata: Roma, 14 Agosto 1928
Cittadinanza: Italiana
Residenza: Roma
Stato civile: Coniugata
Professione: Regista – Sceneggiatrice – Autrice di teatro e di televisione – Scrittrice
Connotati e contrassegni salienti: carattere deciso ed energico, dotata di un forte senso dell’humor, coraggiosa e determinata, a volte graffiante.
Statura: media
Capelli: bianchi
Occhi: verdi
La sua storia
Figlia di Federico, un avvocato lucano di lontane e nobili origini svizzere, proveniente da Palazzo San Gervasio (PZ) e di Maria Santamaria-Maurizio, romana.
A diciassette anni si iscrive all’Accademia Teatrale diretta da Pietro Sharoff. Diviene animatrice e regista degli pettacoli dei burattini di Maria Signorelli. In seguito, collabora con celebri registi teatrali, tra i quali Garinei e Giovannini.
Lavora sia perla radio che per la televisione, e in veste di autrice e regista partecipa alla prima edizione di Canzonissima e Il Giornalino di Gianburrasca.
L’intesa artistica con Enrico Job, noto scenografo teatrale, si trasforma in grande amore e in matrimonio. Dal 1960 e aiuto regista e attrice per Federico Fellini.
Il suo esordio da regista è con I Basilischi, nel 1963, l’amara e grottesca storia di alcuni poveri amici meridionali, con cui ottiene La Vela d’Argento al Festival di Locarno.
Con l’attore Giancarlo Giannini nasce una grande collaborazione, e il film Mimi metallurgico ferito nell’onore, segna l’inizio di un periodo ricco e fortunato per la filmografia italiana.
Travolti da un insolito destino con Mariangela Melato e Giancarlo Giannini, riscuote grande successo, ma è con Pasqualino Settebellezze che la regista è candidata a tre Premi Oscar nel 1977.
Autrice di diverse sceneggiature e regie teatrali, dal primo Due più due non fa quattro (1968) a L’esibizionista (1994). Nel 1992 dirige Io speriamo che me la cavo con Paolo Villaggio.
L’ultimo David alla carriera risale al 2010, partecipa al Festival dell’Eccellenza Femminile nella città di Genova nel 2014 e, nella sua autobiografia “Tutto a posto e niente in ordine“, pubblicato nel 2012, la regista riferisce di essere stata espulsa da 11 scuole.
Le pellicole della regista riflettono in modo inequivocabile il suo impegno politico e sociale, con i personaggi principali aderenti all’anarchismo, al comunismo se uomini e al femminismo se donne.
Le azioni e le trama riflettono i conflitti socio-economici della società italiana.
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A cura di...
Elena Luviso, Maria Rosaria Judice, Fiorenza Taricone