Letizia Battaglia

Letizia Battaglia

Dati anagrafici

COGNOME: Battaglia

NOME: Letizia

Nata: Palermo, 5 marzo 1935

Cittadinanza: Italiana

Residenza: Italia – Francia

Stato civile: Sposata, divorziata

Professione: Fotografa di denuncia, fotoreporter, politica

Connotati e contrassegni salienti: amore per la legalità, sensibilità al sociale

Statura: alta di cuore

Capelli: rossi

Occhi: indagatori sulla realtà

Pittogrammi

La sua storia

La fotografa della mafia

“Mi prendo il mondo ovunque sia”. In questa frase si riassume l’anima di Letizia, grandissima fotografa siciliana.

Comincia a fotografare collaborando nei primi anni ’70 con il quotidiano «L’Ora». Moglie e madre giovanissima, dopo il divorzio si dedica con passione a ritrarre la sua città martoriata dagli omicidi di mafia. Descrive però anche una Palermo magica nelle sue miserie e nel suo splendore attraverso uno sguardo sempre attento a denunciare le ingiustizie sociali. Unica donna fotoreporter in quegli anni a Palermo, la sua testimonianza sarà preziosissima nel descrivere il dolore e l’angoscia dei superstiti degli omicidi di mafia.

La sua arte va però oltre la descrizione degli omicidi di mafia perché rivela nella sua opera le miserie, gli sguardi, il riscatto, il racconto Corale di una città unica come l’intera isola di cui Palermo è il capoluogo. Nel 1971 si trasferisce a Milano, collaborando con i settimanali più anticonformisti di quel periodo. In quel periodo incontrerà Pasolini, Dario Fo e Franca Rame. Dopo alcuni anni ritorna in Sicilia fondando l’agenzia “Informazione fotografica”.

Sono tempi di grandi cambiamenti, le lotte mafiose diventano sempre più dure ed i morti si contano quasi ogni giorno. Fu Letizia a riprendere i fratelli Salvo, insieme a Giulio Andreotti. Le immagini rimarranno agli atti nel maxiprocesso antimafia.

Durante la giunta Orlando, Letizia Battaglia viene nominata assessore comunale alla viabilità, esperienza che la fotografa avrà molto a Cuore: dichiara di sentirsi cittadina al servizio degli altri e non solo fotografa. Purtroppo in quegli anni a Palermo si cominciò a uccidere non solo mafiosi, ma anche personaggi della società civile. Letizia fu testimone dell’omicidio di Piersanti Mattarella, di Carlo Alberto Dalla Chiesa, di Rocco Chinnici, di don Pino Puglisi, di Falcone e Borsellino.

Dopo le stragi, Letizia sconvolta dal dolore, non volle più fotografare i morti, i parenti, gli amici. Si rifugia a Parigi lottando con la depressione e la solitudine. Tornata a Palermo, continua la sua opera di ricerca attraverso le strade della sua città, unica fotografa italiana a ricevere il prestigioso premio Eugene Smith.

Nel 2017 riceve la Rosa dei Venti, Premio Nazionale A.D.E.C.O.C., Camera dei Deputati in occasione del 70o del Diritto al Voto delle Donne ideato da Elena Luviso Con Fiorenza Taricone e Livia Turco. Nello stesso anno è nominata direttore del Centro Sperimentale Internazionale di Fotografia a Palermo.

Letizia conduce il primo Workshop a Roma alla Casa Internazionale delle Donne, Fotografando la Casa, organizzato da E. Luviso e Francesca Koch, Presidente della Casa.

Potere e Testimonianze di Legalità

Potere: Equilibrio, eleganza e nobiltà d’animo sia fuori che sul palcoscenico. Potere: l’arte che svela la realtà ed evita la finzione.

Testimonianze di legalità: “sapevo che c’erano sangue e dolore in quelle strade, ed era una cosa troppo orribile per poterla accettare professionalmente. Ciò nonostante in me prevaleva il senso del dovere: per portare le foto al giornale, per condividere quegli eventi con la gente di Palermo, dovevo superare la mia emozione. Ogni volta che fotografavo mi tremavano le mani per l’emozione”.

Video

A cura di...

Patrizia Ricciardi, Elena Luviso, Fiorenza Taricone